Giuseppe Cavalli uno dei "padri" della fotografia Italiana


Cavalli “maestro di luce”. 
Uno dei grandi della fotografia italiana del Novecento le cui immagini, che siano ritratti, nature morte o paesaggi, hanno sempre come protagonista la luce. Nato in Puglia ma marchigiano di adozione,visse a Senigallia fino alla sua morte prematura nel 1961, a soli 57 anni. L'Adriatico è sempre stato una fonte di ispirazione per lui, non nell'affollata e gioiosa versione estiva ma nelle desolate giornate invernali. Le sue foto mostrano ombre su una spiaggia deserta, ombrelloni chiusi, figure solitarie stagliate contro il mare. Le sue nature morte, per le quali è giustamente famoso, danno dignità, bellezza e poesia a oggetti della vita quotidiana, una bottiglia, un lucchetto arrugginito, una palla, il legno scheggiato di una porta, un muro graffiato dal tempo.
Nel 1954 fonda l’associazione fotografica “Misa” nella città di Senigallia e l’anno seguente partecipa alla Mostra di Lisbona. Nel 1958 viene insignito del premio “Soffietto d’oro”.
Abbiamo voluto parlare di lui perché oltre ad essere uno dei padri della fotografia italiana, una sua affermazione ci ha colpito e rispecchia  la nostra filosofia:  “E' dunque possibile essere poeti con l'obiettivo come col pennello, lo scalpello, la penna: anche con l'obiettivo si puó trasformare la realtà in fantasia, che è indispensabile e prima condizione dell'arte".
Pensare che la fotografia debba documentare la realtà è un errore.



                                                                                              
Lo Staff Da!Foto

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